CHI SIAMO L'Associazione
Nazionale della Polizia
di Stato (A.N.P.S.), nata come Associazione delle Guardie di
P.S., è stata eretta come Ente Morale con Decreto Presidenziale n. 820
del 7 Ottobre 1970. La sede principale si trova a Roma in Via Statilia
n.30. Vice . brigadiere P.A.I. in sahariana La P.A.I. Voluta dal fascismo nel 1936, la Polizia coloniale (dal ‘38 con mutata denominazione di Polizia Africa italiana), all’epoca fu considerata il “fiore all’occhiello” delle Forze del Regno per gli straordinari caratteri di modernità che riuscì ad esprimere, caratteri ben visibili negli innovativi criteri di selezione e formazione del personale, e nelle dotazioni sia individuali che di reparto, spesso consistenti in mezzi ed armi espressamente realizzati per quella Polizia. Fino alla caduta dell’Impero, le guardie P.A.I. furono impiegate nelle Colonie; perdute quelle regioni divenute protettorati britannici, quei professionisti erano reintegrati nei loro incarichi sotto le nuove autorità. A loro insaputa, nelle ex colonie i “paini” andavano anticipando quella forma di collaborazione tra le Forze italiane e quelle alleate avutasi dall’8 settembre ‘43 nella Penisola man mano che essa veniva liberata dalle forze anglo americane. Terminata l’esperienza in Africa, le guardie P.A.I. vennero impiegate nelle questure del Regno. Il Corpo, seppur figlio della politica colonialista fascista, dai primi mesi del ’41, cominciava ad avvertire direttamente le disfunzioni di un organizzazione amministrativa dello Stato che non riusciva più a mantenere le pubbliche e solenni promesse degli anni del consenso, lasciando che l’animo del dubbio acceso dalla propaganda sempre più intensa insinuasse gli animi di quegli uomini. La Polizia coloniale da sempre legata alla Corona, assumeva verso il fascismo una posizione dapprima “defilata” per poi divenire di aperta ostilità. Il comandante del Corpo, Generale Riccardo Maraffa, nominato Comandante delle Forze di Polizia di Roma dichiarata “Città Aperta”, permisero allo stesso di attuare una politica di collaborazione “debole” con le alte gerarchie tedesche, contenendo le intemperanze militari di chi si considerava tradito. Altra figura importantissima nella storia della P.A.I. è stata quella dell’allora colonnello Sabatino GALLI, al quale, nell’immediato dopoguerra, venne concessa la medaglia d’oro al valor Militare dal Governo degli USA per il suo contributo alla Guerra di Liberazione. Con il nuovo corso storico repubblicano la politica estera e interna del Paese, non lasciava più spazio ad un Corpo così fortemente orientato all’esigenze colonialiste, ma le eccellenti prove di reparto e di uomini offerte ne fecero un esperienza fondamentale per il rifondato nel nuovo Corpo di P.S. (1945); gli uomini P.A.I. nella P.S. raggiungevano i più elevati incarichi di comando sia di Corpo che di Reparto, quale testimonianza della formazione e capacità (gli ufficiali erano tutti laureati e reduci di più fronti bellici) rispetto ad altro personale di P.S.. Va ricordato che fino ai primi anni ’40 il Corpo degli Agenti di P.S. era privo di Ufficiali, fatto che favoriva le progressioni in carriera degli ufficiali già P.A.I.. La “pressione “ esercitata sulle memorie dei reduci P.A.I. fu vasta ed efficace, perdurava fino a quando erano in vita i soli che avrebbero potuto “risorgerla”: i reduci ufficiali e agenti del Corpo di polizia coloniale. Sul piano individuale, fino ai primissimi anni ‘80, quando gli ultimissimi ex P.A.I. si incontravano in servizio e si riconoscevano, rivivevano momenti di intensi ricordi e forse di rammarico, per non poter dar vita ai meccanismi di rielaborazione di un passato comune, intenso, vissuto in terre lontane ed incompreso. Sul
piano istituzionale, quelle rare volte che si dichiarava l’acronimo
P.A.I., era per i necrologi o saluti di commiato che Poliziamoderna
riservava agli ex ufficiali coloniali.
La
Scuola Allievi PAI di Tivoli divenne ben presto un modello di
istruzione e formazione anche per le forze di polizia di altre Nazioni
Il
Sacrario della Polizia di Stato
Forse non tutti sanno che all'Interno dell'Istituto
Superiore di Polizia di Roma in via Pier della Francesca è Stato eretto
il Sacrario dedicato ai nostri Caduti a partire dal 1852 fino ai giorni
nostri.
Purtroppo la collocazione all'interno di una caserma di Polizia lo rende sconosciuto a molti, persino ai nostri stessi colleghi, vanificando, per certi versi, lo sforzo di tutti coloro che hanno messo moltissimo impegno nel strutturarlo, erigerlo e concepirlo. Nonostante queste difficoltà la visita a questo monumento non è certamente sprecata dato che la struttura così com'è appare esprime una fortissima carica umana e un'ottima occasione di raccoglimento e riflessione. Poco prima di iniziare questa avventura del sito dei nostri Caduti noi della redazione ci siamo recati nella "Cappella Azzurra" , invito che estendiamo a voi tutti. Nella foto L'acquasantiera con i vetri infranti a simboleggiare le vite spezzate nell'adempimento del dovere
|
|
|
|
Copyright © 2016 - All Rights Reserved - Associazione Nazionale Polizia Di Stato - Sezione di Varese - | Webmaster: Francesco Giani - Giordano Sergio |