SAN MICHELE ARCANGELO
PROTETTORE DELLA POLIZIA DI STATO
Consegna attestazione socio onorario a Don Giorgio Spada al centro tra il presidente onorario Mario Merlo ed il presidente Giuseppe Libertella
Don Giorgio Spada P. Cappellano
Cappellano Provinciale - Varese
Della Questura di Varese e della Sezione ANPS
Piazza della Libertà, 1
21100 Varese (VA)
Tel. 0332/801111 (Centralino Questura Prefettura)
LA PREGHIERA DI SAN
MICHELE ARCANGELO
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A Te, condottiero delle
angeliche milizie, si eleva fiduciosa la preghiera di
quanti, serrati nei ranghi della Polizia Italiana, Ti
acclamano loro Patrono mentre Ti invocano celestiale
animatore dei loro propositi e illuminato consigliere della
loro sollecitudine vigilante. Tu che avesti da Dio il
compito altissimo di fugare gli spiriti tenebrosi, nemici
della verità e della giustizia, rendi forti, nella reverenza
e nell'adesione alla Legge del Signore, quelli che la Patria
ha chiamato a custodire, fra i suoi cittadini, concordia,
onestà e pace. E fa che essi rechino dovunque un lievito
ardente di umana fraternità, così che anche la legge degli
uomini alimenti l'entusiasmo per le cose vere e per le cose
giuste. O San Michele Arcangelo Tu che porti nel tuo nome
stesso - « Chi come Dio? » - il grido insopprimibile della
fedeltà e dell'obbedienza, ottieni rettitudine alle nostre
menti, vigore ai nostri voleri, onestà agli affetti nostri:
per la serenità delle nostre case, per la dignità della
nostra terra! E così sia! |
LA STORIA DI SAN MICHELE ARCANGELO
Dopo Maria Santissima, San Michele Arcangelo è la più gloriosa,
la più potente creatura uscita dalle mani di Dio. Scelto dal
Signore come primo ministro della Ss.ma Trinità, Principe
dell'Esercito celeste, Custode, prima della Sinagoga, poi della
Chiesa, San Michele è stato molto venerato fin dai tempi più remoti.
L'Antico ed il Nuovo Testamento parlano di Lui, del Suo potere,
delle Sue apparizioni, della Stia intercessione, del dominio
affidatogli su tutti gli uomini dalla Suprema Bontà
dell'Onnipotente. I Pontefici non mancarono di raccomandare ai
Fedeli la Devozione a San Michele. Anche ai nostri giorni, Poi IX,
Leone XIII e Pio XII ci dicono di supplicarlo per la difesa della
Chiesa e delle anime: "Raramente il ricorso all'Arcangelo San
Michele è apparso più urgente di ora... perché il mondo, intossicato
dalla menzogna e dalla slealtà, ferito dagli eccessi della
violenza, ha perduto la sanità morale e la gioia" (Pio XII).
Difatti, come non riconoscere l'opera di Satana e dei suoi demoni
nell'orgoglio, nei tradimenti che sconvolgono la Società e il mondo
odierno? Non è dunque consolante e confortante di pensare che,
sopra i demoni scatenati in tufta la Terra, si stendano l'Azione e
la Potenza del Sommo Arcangelo, protettore dei popoli e della
Chiesa? In questi tempi torbidi, la storia delle apparizioni di San
Michele nel mondo, lungo i secoli, sarà motivo di ritrovare fiducia
e fede, poiché Egli è, e sarà sempre, il fedele Custode e difensore
delle Nazioni e delle Genti che l'invocano, si affidano a Lui nei
travagli e nelle persecuzioni. Preghiamolo più che mai a maggior
gloria di Dio. Non dimentichiamo anche di pregare tutti gli
Arcangeli e Angeli del Signore, specialmente San Gabriele, San
Raffaele, l'Angelo Custode, l'Angelo Consolatore di Gesù nell'Orto,
affinché ci soccorrano, ci difendano e facciano tornare la Fede, la
Giustizia e la Pace nel mondo.
LE APPARIZIONI DI SAN MICHELE
La reggia terrestre di San Michele si trova nel Gargano, sul sacro
monte a nome dell'Arcangelo: "Monte Sant'Angelo"; fu scelta da lui
stesso dopo tre meravigliose apparizioni al vescovo Lorenzo
Malorano (490). Ecco la storia ditali apparizioni sul Monte Gargano.
PRIMA APPARIZIONE (8 maggio 490)
San Michele si manifestò la prima volta l'8 maggio del 490. Un
ricco signore di Siponto smarrì il toro più bello del suo armento.
Dopo tre giorni di ricerca, lo rinvenne in una spelonca quasi
inaccessibile del Gargano. Irato di non potere riaverlo, egli volle
ucciderlo e gli scoccò una freccia. Ma, oh meraviglia, a metà
strada, la freccia tornò indietro e colpì l'arciere ad un braccio.
Stupito, il signore andò a trovare il vescovo di Siponto, Lorenzo
Maiorano, per essere illuminato. Questi ordinò un digiuno di tre
giorni e preghiere pubbliche. Il terzo giorno, San Michele apparve
al Vescovo, dicendogli di essere l'autore del prodigio della
grotta e che questa sarebbe, d'ora in poi, il suo Santuario in
terra.
SECONDA APPARIZIONE (12 settembre 492)
Alcuni anni dopo, i Sipontini vennero assediati dall'esercito
barbaro di Odoacre, re degli Eruli. Vedendosi sul punto di perire,
ricorsero al santo vescovo Lorenzo Maiorano; Egli chiese e ottenne
la protezione dell'Arcangelo: San Michele gli apparve,
promettendogli la vittoria. Tre giorni dopo, l'aria si oscurò, si
scatenò un temporale terribile, il mare si sconvolse. Le orde
d'Odoacre, colpite dalle folgori, fuggirono spaventate. La città era
salva.
TERZA APPARIZIONE (29 settembre 493)
L'anno seguente, per festeggiare devotamente l'Arcangelo e
ringraziarlo della liberazione della città, il Vescovo di Siponto
chiese al Pontefice, Gelasio I, il consenso di consacrare la Grotta
e di stabilire il giorno di questa Dedicazione. Nella notte dal 28
al 29 settembre 493, San Michele apparve una terza volta al vescovo
Lorenzo Maiorano, dicendogli: "Non è d'uopo che dedichiate voi
questa chiesa... perché Io l'ho già consacrata... Voi, celebratevi i
Santi Misteri... L'indomani mattina, parecchi vescovi e il popolo si
recarono in processione al Gargano. Entrati nella Grotta, la
trovarono piena di luce. Un altare di pietra era già innalzato e
ricoperto di un pallio porporino. Allora il santo vescovo celebrò la
prima 5. Messa, alla presenza dei vescovi e di tutto il popolo.
QUARTA APPARIZIONE (22 settembre 1656)
Dodici secoli dopo, la peste infieriva a Napoli ed in tutto il
regno. Dopo Foggia, dove mori quasi la metà del popolo, Manfredonia
era minacciata. Il vescovo, Giovanni Puccinelli, ricorse a San
Michele, chiedendogli, nella Sacra Grotta, con tutto il clero e
tutto il popolo, il suo potente aiuto. All'alba del 22 settembre
1656, in una grande luce, vide San Michele, che gli disse:
"Sappiate, o Pastore di queste pecorelle, che Io sono l'Arcangelo
Michele; ho impetrato dalla Ss.ma Trinità che, chiunque adopererà
con devozione i sassi della mia Grotta, allontanerà dalle case,
dalle città, e da qualunque luogo, la peste. Praticate e narrate a
tutti la Grazia Divina. Voi benedirete i sassi, scolpendo su di essi
il segno della Croce con il mio Nome". E la peste fu vinta. Oggi
ancora si usano questi sassi, presi nella Grotta con fede, per avere
la protezione dell'Arcangelo. E San Michele continuò, e continua
sempre, la sua missione, apparendo di tanto in tanto, odi qua, odi
là, in Italia... in Francia, al vescovo d'Avranches, a Santa
Giovanna d'Arco... in Portogallo, ad Antonia d'Astonaco... ai
veggenti di Fatima...
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